RENO CENTESE

Cenno storico di Reno Centese

L’esistenza dell’antico borgo di Reno Centese è testimoniata fin dal XIII° secolo dagli elenchi delle famiglie dei partecipanti, che risiedendo stabilmente, vi lavoravano la terra.

Già dal XVI° secolo la comunità di Reno Centese insieme a parte di quella di Casumaro rimaneva unita a quella detta di Reno dei Casoni, sotto la guida del vescovo di Modena, che fece edificare una chiesa parrocchiale dedicata a S. Elisabetta, nell’attuale Reno Finalese.

Per Reno Centese questa situazione rimase invariata fino alla prima parte del XIX° secolo, quando, in un solo miglio quadrato i 900 abitanti erano in grado di provvedere ampiamente alla parrocchia e al parroco per propria generalità e sufficiente benessere.

Il 16 aprile 1822 17 tra parrocchie e frazioni furono distaccate dalla diocesi di Modena e annesse a quella di Bologna e Reno Centese insieme a Casumaro furono incorporate all’arcipretale di S. Martino in Buona Compra.

Con decreto 18 febbraio 1842 fu pubblicata la Bolla del Cardinale Carlo Oppizzoni di elezione a Parrocchia, comunicata il 17 giugno dello stesso anno dopo intense trattative fra gli abitanti di Reno Centese, il Duca D’Este, l’Arcivescovo di Bologna e il Vescovo di Modena-Nonantola.

Proseguiva intanto la costruzione di edifici e opere tra cui il nuovo cimitero esagonale.

Di quell’epoca è la costruzione della Via Chiesa, mentre di fronte all’edificio Salvi esisteva già un bel viale con due filari di pioppi cipressini che portava alla via Imperiale, l’attuale statale.

Infatti è del 1782 l’edificazione dell’oratorio Carassiti-Salvi, in seguito convertito nell’attuale chiesa dedicata a Sant’Anna, che comprendeva anche il campanile, andato poi distrutto da un fulmine nel 1874. L’attuale, della fine dell’800, gravemente danneggiato dal terremoto del 2012, è una ricostruzione a sé, staccata dalla chiesa, nella piazza a fianco. Questa, dedicata a Sant’Elia, ne ospita la Statua e la sua festa precede quella di S. Anna, entrambi nel mese di luglio.

Non si può non ricordare la benedizione della cappella dedicata a S. Maria Madre del Buon consiglio l’11ottobre 1884, la cui immagine, collocata nell’ oratorio già nel 1833 da un religioso francescano, è sempre stata venerata dai parrocchiani con culto speciale, anche a seguito delle numerose grazie da Lei elargite.

   

 

Breve cenno storico su S. Elia

La vicenda terrena di sant’Elia Facchini (Reno Centese, 2 luglio 1839 – Cina, 9 luglio 1900), coronata dal martirio, esprime la tensione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa Bolognese.

La sua giovanile esuberanza si manifestò in pienezza, quando all’età di 18 anni abbandonò il paese natale per vestire l’abito dei frati minori francescani cambiando il nome battesimale di Giuseppe in quello del profeta Elia.

Ordinato sacerdote nel 1864 supplicò il Ministro Generale di accogliere la sua ardente aspirazione a portare il Vangelo in Estremo Oriente.

Nell’ottobre 1867 partì da Marsiglia alla volta della Cina, dove si dedicò alla formazione del clero come rettore del Seminario di Tai-yuan-fu per oltre vent’anni e allo studio della cultura locale, fu infatti il primo religioso a tradurre in “lingua cinese” la Bibbia.

Subì il martirio nella rivolta dei Boxers e assieme a 26 altri compagni affrontò serenamente la morte invocando il nome del Signore ed esortando i giovani seminaristi così: “Preparatevi al martirio, preparatevi a morire… E ora al cielo!.”

Papa Giovanni Paolo II il 1° ottobre del 2000, nel ricordo del centenario del sacrificio della sua vita, lo eleva agli onori degli altari assieme a tutti i suoi compagni martiri in Cina.

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